Plinio il Giovane
Nella pianura sottostante “La Palerna”, Plinio il giovane possedeva una proprietà importante, comprendente un’ampia villa e vasti terreni, che amava molto. Così ne scrive in una lettera a Domizio Apollinare (Libro V, epist. 6):
“…….L’aspetto della regione è piacevolissimo, immagina: un anfiteatro immenso, quale soltanto la natura può creare. Una vasta e aperta pianura cinta dai monti; questi ricoperti fin sulla cima di antiche e maestose foreste, dove la cacciagione è varia e abbondante. Lungo le pendici delle montagne i boschi cedui digradano dolcemente fra colli ubertosi e ricchissimi di humus, i quali possono gareggiare in fertilità coi campi posti in pianura (non è infatti facile trovarvi della roccia nemmeno a cercarla)…….In basso l’aspetto del paesaggio è reso più uniforme dai vasti vigneti che da ogni lato orlano le colline, e i cui limiti, perdendosi in lontananza, lasciano intravedere graziosi boschetti. Poi prati ovunque, e campi che solo dei buoi molto robusti con i loro solidissimi aratri riescono a spezzare; quel tenacissimo terreno, al primo fenderlo, si solleva infatti in così grosse zolle che solo dopo nove arature si riesce completamente a domarlo. I prati, pingui e ricchi di fiori, producono trifoglio e altre erbe sempre molli e tenere, come se fossero appena spuntate, giacché tutti i campi sono irrorati da ruscelli perenni. Eppure, benché vi sia abbondanza d’acqua, non vi sono paludi, e questo perché la terra in pendio scarica nel Tevere l’acqua che ha ricevuto e non assorbito…. Io (preferisco) la mia villa di Tuscia (che ai tempi di Plinio il Giovane comprendeva Toscana, Umbria e Alto Lazio, ndr) a quelle di Tuscolo, Tivoli e Preneste. Infatti, oltre a tutte le ragioni citate, la possibilità di riposo è ivi maggiore, più completa, e senza noie; non è inoltre necessario indossare la toga e non c’è nessun seccatore nelle vicinanze; tutto è calma e pace. A ciò, naturalmente, si aggiungono la salubrità della regione, la serenità del cielo, e l’aria, più pura che altrove. Là sto bene di spirito e di corpo, giacché lo spirito esercito con lo studio, il corpo con la caccia. ……. Che gli dèi conservino per l’avvenire a me questa soddisfazione, al luogo una tal fama. “